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June 1, 2019La storia
La Chiesa apparteneva alla Compagnia della Madonna del Giglio, costituita il 1°novembre del 1300 ed è la più antica Confraternita nata nel secondo millennio cristiano. Aveva, oltre le finalità di culto, anche quella di accogliere i poveri e i malati nel suo “Hospitalis Sancte Marie de lilio”, costruito più “a monte” della Chiesetta di origine. Poi ingrandita e collegata con l’ospedale tra il XVI e XVII secolo ad opera della famiglia Cesi, nella forma attuale. Con la confisca dei suoi beni, avvenuta con l’unità d’Italia, nel giro di 50 anni la Compagnia si è estinta. La Chiesa risale sicuramente al XIV secolo, la prima versione più piccola aveva al centro della parete di fondo l’affresco esistente ancora oggi al centro dell’altare e raffigurante la Madonna del Giglio con Bambino risalente a quel periodo, da cui il nome primigenio. Quella che vediamo oggi è dell’inizio del XVII secolo e se guardate sulla gronda di destra potrete vedere la data 1617 scritta sulla pianella, all’altezza della porta laterale. La chiesa è attribuita a Giandomenico Bianchi, ormai mastro architetto di famiglia che aveva già portato a conclusione nel 1579 i lavori del palazzo Cesi progettato da Guidetto Guidetti, allievo di Michelangelo. In questa Chiesa il Bianchi riprende i temi della facciata di S.Caterina dei Funari in Roma fatta costruire dal cardinale Federico Cesi a 50 anni, progettata già, guarda caso, sempre da Guidetto Guidetti.
Una coincidenza interessante anche per il nome “dei funari”.
Perché? Se guardate alla vostra destra troverete la Porta Vecchia e li potrete capire perché. “La facciata è fatta di travertini ben lavorati” potremmo dire fino al cornicione a sbalzo, poi nella parte sommitale possiamo vedere un travertino di diverso colore, questo ha fatto sempre pensare a due fasi del cantiere, per motivi economici o cambio di architetto. Ma forse è stata solo un abile scelta tecnica, infatti, il travertino bianco della parte bassa detto “termale” è più pesante e compatto, mentre quello sommitale è “vacuolare” ossia pieno di vuoti che lo rendono più leggero essendo un travertino da “incrostazione”, quasi una “pietra sponga”. Quindi più leggero, pesa di meno sulla struttura della parete ed inoltre è più lavorabile per le volute e i pinnacoli. È di una sola navata con cornicione intorno di mattoni. In questa Chiesa si conservano sei tele, una Pietà in travertino del XV sec. detta “Madonna Teutonica”.
Chiesa del Crocifisso
Questa chiesa, a partire dal 19 giugno 1738, fu chiamata anche “Chiesa del Crocifisso”. Si cominciò “a venerare con particolare culto, il SS.mo Crocifisso morto e schiodato senza croce (in una cassa di legno). Il crocifisso, del XIV sec. ancora esiste con relativa urna collocato nella chiesa di S. Giuseppe e collocato a fianco dell’altare nell’anno 2000.
Questa Chiesa è stata pensata e voluta fuori dalle mura con un ospedale per il ricovero dei pellegrini anche per quelli che rimanevano fuori dalle porte al calar del sole, visto che non poteva più uscire ed entrare nessuno a parte il governatore ed il sacerdote.
Acquasparta era un' importante meta per la sosta per i pellegrini che andavano a Roma o ad Assisi; infatti, c’erano diverse strutture di accoglienza per i poveri, i malati ma anche per i pellegrini soprattutto basti vedere la presenza del bellissimo complesso sulla Via Flaminia di San Giovanni de Budes, quello fuori Porta Vecchia della Madonna del Giglio e il Convento di San Francesco con il suo grandioso ospedale, tutti coevi come origine intorno al 1300.