TRA COLLINE E FRESCHE ACQUE

L’Umbria è da sempre considerata una terra di Santi e di grandi Signori feudatari.
Nelle vie dei suoi borghi viene sussurrata una storia che è fatta di guerre, di scorribande, di amori e di cavalieri pronti a battersi per i propri possedimenti.

Da Perugia a Terni, passando per Narni, fino ad arrivare alle porte della regione, c’è una storia meravigliosa da raccontare di cui Acquasparta è il cuore.
Adagiata tra dolci colline e sorgenti di acque minerali che la rendono famosa non solo in Italia, ma in tutto il mondo, Acquasparta deve la sua fama a diversi signori che si sono succeduti al suo comando nel corso dei secoli.

Il primo, uno dei più importanti è senza dubbio il Conte Arnolfo di Carinzia, quello a cui Ottone I assegnò alcuni territori della bassa Umbria che comprendevano, oltre al borgo di Acquasparta, anche Montecastrilli, Avigliano Umbro e, forse, Farnetta. Tuttavia, gli Arnolfi controllavano dall’area montuosa a nord di Spoleto fino ai confini di Amelia. Un territorio incredibilmente esteso e ricco che fu ceduto alla Chiesa da Enrico II ultimo Re di Germania. Con questo patto, i discendenti del Conte Arnolfo, divennero a tutti gli effetti i vassalli della Chiesa, ma continuarono a controllare la zona su cui avevano regnato per numerosi anni.

É il periodo in cui Arnolfo e i suoi discendenti controllavano queste terre che si assistette
al fenomeno dell’incastellamento, ossia quel processo che permise l’accentramento della popolazione in zone fortificate, con lo scopo di proteggersi dalle invasioni barbariche in modo più efficiente. É per questo che nei territori sopra citati, ma anche nelle zone vicine ad Acquasparta – basti pensare a Montalbano o a Casigliano – vi sono numerosi piccoli castelli. Delle Terre Arnolfe la capitale era la città di Cesi, posta a metà tra Acquasparta e Carsulae, che merita certamente una visita.