Date:
June 1, 2019

Una lunga storia

Telesforo Nanni, grande studioso ternano, molto legato ad Acquasparta, che ha donato la sua biblioteca di circa 7 mila libri al Comune per la nuova biblioteca comunale, racconta in uno dei suoi scritti che ad Acquasparta …Nei primi anni del 900, un comitato di cittadini appartenenti alle più grandi famiglie, capitanati da un Santini, (appartenente a una nota famiglia laico risorgimentale per non dire massonica, come altre che erano arrivate dopo l’Unità d’Italia ad Acquasparta)  chiese ufficialmente al sindaco di commemorare la morte di Giordano Bruno e posizionare una lapide in sua memoria sulla facciata del Comune (Ex Palazzo Boretti),  chiedendo anche un aiuto economico, addirittura.  Il sindaco di allora non decise in merito e i tempi si allungarono di molto; la cerimonia, prevista per il 19 settembre del 1907, saltò a data da destinarsi. Anche perché nel frattempo il parroco della collegiata di Santa Cecilia, don Odoardo Antonio Maturo, sacerdote di grandissima cultura, contrario all’effige che sarebbe stata posta in modo evidentemente provocatorio davanti alla facciata della Chiesa, inizia una campagna informativa sugli aspetti meno nobili del filosofo napoletano. Alle messe predicava contro Giordano Bruno e quello che rappresentava, riuscì a trasformare uno scontro culturale e politico in uno scontro di classe, ossia tra i ricchi che vogliono imporre ai poveri i loro ideali (“la dottrina dei Signori”) e i loro interessi.

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Le prediche domenicali di Don Maturo sono fiammeggianti; il tempio è affollato, di credenti e curiosi. Nelle osterie, nei negozi e nei capannelli, che si formano in occasione dei giorni festivi in piazza, non si parla d'altro. In alcune famiglie le discussioni sull'argomento portano a delle fratture, spesso, insanabili; le mogli devote, che credono in ciò che dice il Parroco, tornate a casa dalle funzioni mattutine osano sfidare i mariti, favorevoli alla lapide, ripetendo gli slogan e le invettive contro Giordano Bruno, ascoltate in Chiesa. I toni polemici ed incontrollati si moltiplicano, in un intreccio di insulti, di imprecazioni, di blasfeme espressioni. Per questo motivo non riusciranno mai a mettere la lapide, perché ogni volta che i muratori salivano sul ponteggio si radunava una folla minacciosa. Nel 1907 e 1908 si discute, si dibatte, con citazioni più o meno azzeccate, richiamando a caso, Carducci, Gesù Cristo, Pio X, Garibaldi e il Vaticano; in cui maturano risse, polemiche, inimicizie, calunnie e satira popolare, con le prevedibili conseguenze su di una comunità di 1400 anime. Tuttavia, la comunità acquaspartana avverte che il "problema Giordano Bruno" rappresenta un "qualcosa", che va al di là delle consuete beghe di paese, risolte con riappacificazioni, legittimate da bevute e cene pantagrueliche, e avverte di essere entrata in una bega tra personaggi di potere locale e che andava abbandonata al più presto, ma non era facile perché c’era sempre chi rinfocolava la fiamma della divisione.

Quindi per circa 2 anni Acquasparta si divise sui pensieri e le opere di Giordano Bruno, e questo la dice lunga sulla particolarità di questo Borgo che, pur mantenendo le caratteristiche sociali di un piccolo paese ha da sempre dimostrato particolari attenzioni e sensibilità da grande città, ma anche quello della divisione come il nome di Acquasparta (divisa dalle acque) insegna, potremmo dire quindi “Nomen omen”, fino a quando un giorno accadde un fatto inaspettato e tragico…

Per sapere il finale, partecipate ai Tour nel borgo organizzati dalla Pro Loco.