Date:
June 1, 2019

"La Porta Vecchia: Un Viaggio nella Storia di Acquasparta e dei Cordari"

La Valle umbra non ancora bonificata e ricca di paludi e acquitrini era un luogo fertile per la produzione della canapa, materia preziosa per la produzione delle corde e funi, una produzione di notevole rilevanza che ad Acquasparta impegnava molte persone nella coltivazione e nella realizzazione di corde per campane e per scopi minori e agricoli, per questo mentre a Roma li chiamano i funari (Santa Caterina dei funari) da noi li chiamavano i cordari. Per questo motivo la via che sale, da Porta Vecchia, è detta ancora dei “Cordoni”, proprio per il fatto che c’erano i cordai che stendevano lungo la via le corde che intrecciavano. Oggi è dedicata a Galileo Galilei perché il padre della scienza moderna grande amico fraterno del Cesi venne ad Acquasparta nel 1624, e gli vollero dedicare la via più antica del paese. Infatti qui siamo in presenza della Porta Vecchia con sopra lo stemma in pietra di Acquasparta, che ancora oggi è in uso, ricavato dallo stemma dei Bentivenga, Stemma che riprende il tema delle acque separate in tre rivoli e la Porta con arco acuto tipico del medioevo gotico dal secolo XIII, con 4 lettere agli angoli un acronimo medievale che dichiarava l’origine Arnolfa di Acquasparta. Infatti era uno dei castelli delle terre Arnolfe. Da questa Porta si poteva entrare fino al calar del sole, poi solo il prevosto e il governatore potevano uscire o entrare, a guardia c’erano due armigeri, dietro alla seconda porta, che vegliavano tutta la notte. Sopra allo stemma c’è una piccola opera di difesa, un piombatoio da dove i soldati tiravano pietre, frecce e altro per difendere la porta, su lato di destra  c’erano diverse buche cannoniere da dove sparavano con archibugi, oggi non sono più visibili.