Date:
June 1, 2019

Rosa

Qui abitava Rosa, aveva due figli, un maschio e una femmina, aveva lavorato tanti anni con il mestiere più antico del mondo, poi in età avanzata rimase sola con i suoi 30 gatti circa e il cane; quando quest’ultimo venne a mancare, lo tenne sotto il letto a lungo per non lasciarlo. Rosaccia, era questo il soprannome; Acquasparta è famosa per i soprannomi, a volte simpatici ma a volte cattivi come in questo caso. Rosa vestiva con un vestito intero a fiorellini, ne aveva alcuni, ma sempre con quello stile, la casa era un monolocale con un bagno senza porta, ma aveva anche due finestre sempre aperte. Era povera, viveva di carità e una piccola pensione e il suo cruccio maggiore era quello di dare da mangiare ai suoi gatti, che erano sempre di più e se ne approfittavano, ma lei li amava come dei figli; d'altronde erano i suoi unici compagni di viaggio.

Erminio, un grande acquaspartano, ormai si può dire, che aveva il negozio a porta vecchia poco più giù, la volle invitare alla festa per il proprio anniversario di matrimonio, le pagò il vestito, il parrucchiere e per un giorno Rosaccia tornò Rosa, lavata pettinata e improfumata, la volle con loro al tavolo e fu il giorno più bello della sua ultima parte di vita, disse.

Erminio era così, e come dice la Lettera ai Corinzi “la carità non si vanta, non manca di rispetto non cerca il proprio interesse ma si rallegra della verità “.